Ciao amici e amiche del mondo Smarties.bio!
La storia insegna che il sapore e la salubrità dei cibi sono legate alle differenze delle tradizioni alimentari delle varie aree del mondo. Quando nel XV secolo gli Europei colonizzarono il Nuovo Mondo scoprirono specie vegetali allora sconosciute, ma che oggi fanno parte della nostra cucina tradizionale: la patata, il pomodoro, il peperoncino e molte altre. Fu l’inizio di una prima forma di globalizzazione alimentare e di una lenta ibridazione culinaria. L’introduzione di alcuni vegetali nelle culture alimentari straniere incontrò delle difficoltà per arrivare ad essere lentamente integrate. Senza dover imitare la cucina esotica, quella europea mantenne la sua grammatica di base dimostrando che alimenti sconosciuti possono entrare in culture straniere, senza stravolgerle, grazie all’invenzione di una cucina appropriata, con nuovi odori, colori e sapori culinari.
Come oggi non possiamo non pensare a una cucina italiana senza pomodoro, viene naturale chiedersi se anche il radicchio potrebbe un giorno diventare un ingrediente fondamentale (per qualità e sapore) di altre culture culinarie.
Non è stata la ricerca dell’oro e di un nuovo Eldorado che ha spinto gli americani a viaggiare verso il Veneto e Chioggia, ma la ricerca del gusto e del mangiare sano, alla scoperta delle radici e delle tradizioni degli ortaggi veneti, prodotti locali della terra di altissima qualità.
La collaborazione internazionale tra la ditta veneta Smaties.bio e l’americana Uprising Seeds, la connessione tra i progetti “Gusto Italiano” e “Culinary Breeding”, è nata da questa ricerca del gusto che in America muove una grande comunità di produttori di piante, coltivatori di semi, contadini, acquirenti di prodotti agricoli, chef e divulgatori.
L’interesse è arrivato anche all’attenzione anche del prestigioso New York Times, che nel 2022 ha pubblicato un articolo di approfondimento sui radicchi veneti. E sempre lo stesso anno una delegazione di docenti della Washington State University, insieme ad agricoltrici e giornaliste, tutte donne e appassionate di radicchi, è arrivata anche Chioggia per un tour accademico “cu-culturale”. Grazie al network, allo studio, alla coltivazione e alla cucina dei radicchi, gli statunitensi possono così essere educati al gusto dell'amaro, che non appartiene propriamente alla loro cultura. Per rendere possibile la costruzione di questa comunità vengono organizzate esplorazioni culinarie, convegni e fiere.
In linea con la filosofia dell’azienda di provenienza, la T&T PRODUCE della famiglia Tiozzo Caenazzo Silvano, Smarties.bio crede che una comunità sana si costruisca grazie alla condivisione di valori comuni, ed è perciò orientata verso il superamento di una forma radicale di protezionismo. La globalizzazione spesso porta con sé il difetto di uniformare le differenze, le diversità, le tradizioni e le tipicità; eppure, anche nella nostra epoca storica, qualche eccezione sembra possibile, senza dubbio quando l’obiettivo è quello di creare iniziative per fare emergere l’interscambio proficuo di culture, colture ed esperienze. Un lieto motivo per cui vivere!
Come oggi non possiamo non pensare a una cucina italiana senza pomodoro, viene naturale chiedersi se anche il radicchio potrebbe un giorno diventare un ingrediente fondamentale (per qualità e sapore) di altre culture culinarie.
Non è stata la ricerca dell’oro e di un nuovo Eldorado che ha spinto gli americani a viaggiare verso il Veneto e Chioggia, ma la ricerca del gusto e del mangiare sano, alla scoperta delle radici e delle tradizioni degli ortaggi veneti, prodotti locali della terra di altissima qualità.
La collaborazione internazionale tra la ditta veneta Smaties.bio e l’americana Uprising Seeds, la connessione tra i progetti “Gusto Italiano” e “Culinary Breeding”, è nata da questa ricerca del gusto che in America muove una grande comunità di produttori di piante, coltivatori di semi, contadini, acquirenti di prodotti agricoli, chef e divulgatori.
L’interesse è arrivato anche all’attenzione anche del prestigioso New York Times, che nel 2022 ha pubblicato un articolo di approfondimento sui radicchi veneti. E sempre lo stesso anno una delegazione di docenti della Washington State University, insieme ad agricoltrici e giornaliste, tutte donne e appassionate di radicchi, è arrivata anche Chioggia per un tour accademico “cu-culturale”. Grazie al network, allo studio, alla coltivazione e alla cucina dei radicchi, gli statunitensi possono così essere educati al gusto dell'amaro, che non appartiene propriamente alla loro cultura. Per rendere possibile la costruzione di questa comunità vengono organizzate esplorazioni culinarie, convegni e fiere.
In linea con la filosofia dell’azienda di provenienza, la T&T PRODUCE della famiglia Tiozzo Caenazzo Silvano, Smarties.bio crede che una comunità sana si costruisca grazie alla condivisione di valori comuni, ed è perciò orientata verso il superamento di una forma radicale di protezionismo. La globalizzazione spesso porta con sé il difetto di uniformare le differenze, le diversità, le tradizioni e le tipicità; eppure, anche nella nostra epoca storica, qualche eccezione sembra possibile, senza dubbio quando l’obiettivo è quello di creare iniziative per fare emergere l’interscambio proficuo di culture, colture ed esperienze. Un lieto motivo per cui vivere!
Grazie per essere parte della nostra comunità e per continuare a esplorare insieme le sfide e le opportunità dell'agricoltura del futuro!
A presto, Il Team di Smarties.bio