Rovigo, inaugurato l'orto urbano.

Rovigo, urban vegetable garden inaugurated.
Ciao amici e amiche del mondo Smarties.bio!
Dopo l'opera di urbanistica tattica realizzata nel settembre 2021 dall'artista pugliese Skolp, lo Spazio Cortile dell'Urban Digital Center - Innovation Lab si è arricchito di un orto urbano realizzato grazie alla partnership con NaturaSi, Smarties.bio e ANGA - Giovani di Confagricoltura di Rovigo.
Un'inaugurazione che segna l'inizio di un percorso di avvicinamento e sensibilizzazione ai temi della sostenibilità e della sana alimentazione, riducendo gli sprechi, in linea con le attività di animazione territoriale avviate dal Polesine Innovation Lab nel 2021 sui 17 obiettivi dell'Agenda ONU 2030.
"Con questo progetto", riferisce Carlo Murer di NaturaSì, "perseguiamo due obiettivi: esplorare la possibilità di replicare orti e giardini produttivi biologici in aree cittadine, per alleviare la carenza di cibo nei sistemi urbani dove la risorsa "terra da coltivare" è sempre più scarsa.
Questo supporta anche le città nella lotta al riscaldamento globale e permette loro di sperimentare sementi e quindi varietà di ortaggi resistenti al cambiamento del clima e al progressivo inaridimento di intere aree, anche nel nostro Paese.
Il secondo obiettivo è quello di riavvicinare i cittadini, e soprattutto i più giovani, alla coltivazione, allo sviluppo del seme in pianta, al prendersi cura delle piante ottenendo frutta e verdura, confrontandosi anche con le crescenti difficoltà che il clima presenta a chi coltiva."
Claudio Previatello presidente dei Giovani di Confagricoltura di Rovigo sottolinea che "nulla cresce senza coltivare, oggi più che mai Anga vuole crescere e far crescere, coltivando insieme un futuro migliore. Intendiamo farlo con l'aiuto delle nuove tecnologie a nostra disposizione e della nostra esperienza di agricoltori.
È attraverso la promozione di progetti come questo che possiamo dare il nostro contributo alla sensibilizzazione verso uno sviluppo alimentare sostenibile, educando le persone alla stagionalità dei prodotti della terra e scegliendo così alimenti genuini, sostenibili e locali, quindi di qualità."
Alla realizzazione dell'orto ha contribuito anche una giovane azienda specializzata nella produzione di sementi, con un'attività di ricerca e particolare attenzione anche al recupero degli ortaggi della regione e delle eccellenze locali.
Infatti, riferisce Andrea Ghedina, "Smarties.bio ha scelto di essere partner di URBAN DIGITAL CENTER - Innovation Lab del Comune di Rovigo nell'ambito del progetto Orto Urbano per fornire il proprio know-how per la progettazione e la realizzazione dello stesso.
Si è infatti avviata un'importante collaborazione tra amministrazione pubblica e settore privato per un progetto innovativo che collega la tradizione agricola alla comunità. L'Orto Urbano è una soluzione interessante per gli Smarties per mangiare sano, locale e riscoprire i valori della Terra.
Il valore di questa partnership risiede nella filosofia di Smarties.bio: l'ambiente è un bene comune, di tutti, e quindi va preservato."
L'inaugurazione dell'orto urbano è stata seguita da un seminario promosso da Iuav - Planning & Climate Change dal titolo "Realtà imprenditoriali innovative e sostenibili: Circular Design e Circular Economy per lo sviluppo locale" con la moderazione di Gianmarco Giustino, ricercatore Iuav.
Prosegue infatti il percorso di animazione territoriale sugli obiettivi (SDGs) dell'Agenda 2030 dell'Onu nell'ambito del progetto Urban Digital Center - InnovationLab in collaborazione con l'Università Iuav di Venezia.
Quattro gli interventi, con i lavori aperti dal saluto dell'assessore all'Innovazione Luisa Cattozzo e dall'introduzione di Laura Badalucco, docente di design industriale allo Iuav, che ha introdotto il tema sottolineando come il packaging e una buona progettazione incidano in media sull'80% dell'impatto di un determinato prodotto.
Erika Francescon, consulente, vincitrice dell'hackathon Design4Service e fondatrice di Sustain Me, ha presentato le attività della sua nuova realtà: "Siamo un hub di aziende che fin dal primo momento hanno voluto andare oltre le piattaforme esistenti, dove si ricevono solo diagnosi. Noi, con contenuti digitalizzati e consulenza di persona, cerchiamo di trovare soluzioni e individuare strategie".
Un nuovo modo di pensare l'azienda e un approccio sistemico che punta sulla sostenibilità e sul riuso e che ha conquistato eccellenze come, ad esempio, lo studio Ecoesedra, una realtà trevigiana che opera con successo nel design industriale.
Andrea Bedendo ha proseguito con l'esperienza di Be Compost, nota per l'utilizzo di materiali biodegradabili e compostabili e soprattutto per i suoi bagni chimici: "I grandi eventi sono spesso legati all'inquinamento, ma secondo noi sono e devono essere un'occasione per promuovere la sostenibilità. Sapere che con i nostri prodotti non immettiamo nuova plastica sul mercato è una cosa che ci riempie di orgoglio".
Dennis Fenzi, ambasciatore di Abafoods, ha invece ripercorso la storia di un'azienda pioniera nel campo della biodiversità, attiva sul mercato da oltre 20 anni e oggi leader nel suo segmento di mercato dopo un inizio non facile. "Il nostro è un tipo di clientela attenta e preparata", queste le sue parole, "ma un'azienda ha successo solo se il consumatore riconosce la qualità del prodotto.

Con gli scarti di lavorazione siamo passati dai biscotti al pellet per le galline ovaiole dei nostri soci, e oggi siamo noi stessi produttori e coltivatori delle materie prime che poi lavoriamo, ma stiamo anche per inaugurare una nuova ala dello stabilimento, rinnovata e dedicata al risparmio energetico: puntiamo a un tipo di capitalismo che sia davvero sociale."

Infine, Carlo Murer, per NaturaSì, ha chiuso raccontando il piccolo miracolo compiuto da un negozio di città che oggi è diventato un'azienda con 500 punti vendita in Italia e 300 aziende fornitrici, nonché una fondazione no-profit che cerca di diffondere un nuovo modo di pensare.

"L'agricoltore", queste le sue parole, "può essere la causa del problema o la sua soluzione; l'agricoltura è responsabile del 40% delle emissioni ma può anche essere fonte di disinquinamento, ad esempio invertendo la rotta con pratiche rigenerative e biodinamiche".

Un messaggio atipico e controculturale che si riflette anche sugli animali, che non vengono maltrattati e ai quali anzi viene assicurato uno scenario di "giusto presente" e di esistenza dignitosa, e sugli esseri umani, con il rifiuto assoluto di ogni forma di caporalato e di sfruttamento dei lavoratori.

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